Uno sguardo sul futuro del progetto FOSSR: nel corso dell’ultimo appuntamento della prima stagione dei FOSSR CAFé si è parlato di prospettive e visioni, di governance e sostenibilità a lungo termine.
A presentarsi – decisamente “last but not the least” – Massimiliano Saccone, leader del WP2 (Governance and sustainability) e Alessandra Maria Stilo, leader del WP9 (Communication, dissemination and outreach), entrambi al CNR ormai da circa due decadi.
“Lavoro al DSU (Dipartimento Scienze Umane e sociali Patrimonio Culturale) – ha detto Saccone – dove mi occupo di infrastrutture di ricerca e di attività scientifiche; in FOSSR spero di portare la mia esperienza al CNR, quello che ho appreso da tutte le persone con cui ho lavorato nel corso degli anni, sperando di poter essere utile alla nostra comunità scientifica, soprattutto ai giovani ricercatori che stanno maturando all’interno del progetto”.
“Mi sono occupata di gestione di progetti di ricerca complessi – ha raccontato Stilo – prima nell’Ufficio che oggi si chiama Ufficio Grant e poi in Direzione Generale; nel tempo ho seguito i programmi PON, i PRIN e i FIRB per tutto l’Ente, tenendo i rapporti con il Ministero, con partenariati industriali con soggetti diversi, come Finmeccanica e Confindustria, ma anche con piccole e medie imprese. Quindi ho preso un dottorato e sono arrivata in IRCrES (Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile) e a FOSSR, dove spero di poter offrire la mia esperienza a servizio del progetto”.
Coinvolgere la comunità dei ricercatori, università e enti di ricerca, ma anche creare partnership con altri soggetti, pubblici e privati, che siano interessati alle scienze sociali: questa la sfida di lungo termine che si pone FOSSR, così come è emersa nel corso dell’incontro.
Un’operazione complessa, che può contare sugli ingenti finanziamenti del PNRR, ma che, per riuscire, deve prima di tutto mettere al centro le esigenze della comunità scientifica, come ha ricordato, a conclusione delle presentazioni, Emanuela Reale, già coordinatore scientifico del progetto e oggi advisor di FOSSR: “Il futuro di questa infrastruttura sicuramente si giocherà su aspetti tecnici di tipo organizzativo e gestionale, ma, io credo, soprattutto si giocherà sulla capacità di recepire i bisogni che vengono dalla comunità scientifica; il field delle scienze sociali è enorme, estremamente frammentato, e noi, con i servizi che offriamo, copriamo una parte molto importante dei bisogni della comunità che lavora in questo campo, ma non tutti. Far emergere questi bisogni e rispondervi: il futuro di FOSSR si giocherà molto su questo”.
